Nel 2023 l’export verso i Paesi UE27+UK pesa per il 72,7% (contro il 64,6% del 2022) e il primo Paese di destinazione continua ad essere la Germania, con una quota del 20,5% sul totale esportato. La Cina è il primo mercato asiatico di destinazione dell’export (291 milioni di Euro, +3,5%), seguita dal Giappone – che nel 2022 la superava - e quarto mercato d’importazione in assoluto. Preoccupa il clima d’incertezza che ha caratterizzato la prima parte del 2024.
Torino, 30 luglio 2024 – Nel 2023, il valore dell’export della filiera dei componenti per autoveicoli si mantiene in crescita (+7%) e ammonta a 25,3 miliardi di Euro (in rialzo anche l’export italiano di tutte le merci con variazioni positive maggiori verso i paesi extra-UE27, +18,2%, rispetto ai paesi dell’UE27+UK, +1,8%). Nello stesso periodo, si registra anche un incremento delle importazioni della componentistica (+7,3%) per un valore di 19,7 miliardi di Euro, portando così la bilancia commerciale a confermare nuovamente un saldo positivo, pari a 5,7 miliardi di Euro, con un avanzo di 1,94 miliardi di Euro nel primo trimestre, 1 miliardo nel secondo, 1,27 miliardi nel terzo e 1,45 miliardi nel quarto.
L’export della componentistica automotive ha avuto una crescita più significativa nella prima metà del 2023 (+16,8% il primo trimestre e +7,3% il secondo), per poi registrare aumenti più contenuti nella seconda (variazione nulla il terzo trimestre e +3,9% il quarto).
Per quanto riguarda sia import che export, risultano in crescita quasi tutti i componenti - nello specifico gomma, suono e parti elettriche e meccaniche – ad eccezione dei motori, per i quali diminuiscono sia le importazioni che le esportazioni.
Anche nel 2023 le esportazioni della componentistica italiana si mantengono in rialzo, con performance migliori nella prima parte dell’anno.
Lo scorso anno il valore dell’export è risultato in aumento verso tutti i maggiori Paesi dell’area UE+EFTA+UK, ad eccezione della Svizzera (-3,9%). La Germania si conferma primo Paese di destinazione dell’export per un valore di 5,2 miliardi di Euro (+5,6%) e una quota del 20,5% sul totale esportato. Fuori dall’UE, il Regno Unito - verso il quale le esportazioni aumentano del 2,7% - mantiene il primato per saldo positivo della bilancia commerciale (poco più di 1 miliardo di Euro), mentre si registrano cali nell’export di componenti verso Stati Uniti (-15,1%), Giappone (-6,2%), India (-9,4%), Corea del Sud (-27,9%), Canada (-8,5%), Argentina (-16,7%) e Sud Africa (-17,3%).
Nel 2023, il comparto si è mosso in un contesto geopolitico internazionale complesso, mentre il quadro economico italiano si è caratterizzato per un clima di incertezza condizionato dall’incremento dell’inflazione e dai rincari dei costi dell'energia e del gas. Nonostante questo, e nonostante i timori di subire le conseguenze del rallentamento dell’economia tedesca, la propensione all’innovazione, alla qualità dei prodotti e dei processi produttivi e alla flessibilità hanno sostenuto la nostra filiera nel suo posizionamento sui mercati internazionali, portandoci a questo buon risultato.
L’incertezza è una condizione che rimane tuttora e che preoccupa, non solo per i problemi contingenti del mercato, ma più in generale per un percorso di transizione energetica che implica, per molte aziende, una revisione dei modelli di business. E anche per ulteriori possibili cambiamenti di scenario, per esempio nei rapporti con la Cina - primo mercato di riferimento per la componentistica automotive globale, oltre che uno dei maggiori Paesi esportatori, che ricopre un ruolo di primo piano nel nostro continente – e nel futuro nuovo assetto del Parlamento europeo. Si tratta di elementi con cui le imprese devono confrontarsi fin d’ora. Sostenerle nella sfida della riconversione produttiva e della salvaguardia della propria competitività globale è la priorità stabilita da ANFIA al Tavolo Sviluppo Automotive del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, i cui lavori sono in fase conclusiva, prossimi a tradurre in provvedimenti concreti le misure proposte e condivise, una ventina. Misure che puntano anche ad incoraggiare l’incremento dei volumi della produzione locale di autoveicoli, a supportare progetti di ricerca specifici e progetti di promozione di servizi dedicati per cogliere opportunità su nuovi mercati, a stimolare le aggregazioni di imprese e a favorire la riconversione e il rinnovamento delle competenze – anche attraverso l’attrazione di nuovi investimenti sul territorio – e lo sviluppo occupazionale.
Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA
Il comparto della componentistica nel suo complesso ha chiuso il 2023 con un calo del 3,6% dell’indice della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori[1], mentre per il fatturato la variazione positiva dell’indice è stata del 7,4%, nel contesto di un incremento complessivo del 6,1% dell’indice della produzione dell’intera filiera automotive, a seguito di un trend altalenante nel corso dell’anno.
L’export italiano di autoveicoli[2], nel 2023, vale 23,2 miliardi di Euro, in crescita del 26,7%, mentre l’import vale 36,6 miliardi di Euro (+41,1% rispetto al 2022). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale di circa 13,4 miliardi di Euro (erano 7,7 miliardi nel 2022). Il forte disavanzo commerciale è come sempre determinato dall’elevata quota di penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano, a differenza dei mercati di Francia e Germania, dove la penetrazione dei Costruttori esteri è di molto inferiore.
Le esportazioni del settore componenti rappresentano nel 2023 il 4% di tutto l’export italiano, mentre le importazioni valgono il 3,3%, quote che salgono rispettivamente al 4,2% e al 3,9% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.
La componentistica automotive conta oggi circa 2.200 imprese sul territorio, per un fatturato di 55,9 miliardi di Euro e 167.000 addetti diretti[3] (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,2 miliardi di Euro la media annua dal 2008 al 2023).
Sempre in riferimento al 2023, l’export della componentistica verso i Paesi UE27+UK vale 18,5 miliardi di Euro (+10,7%) e pesa per il 72,7% di tutto l’export componenti (64,6% nel 2022), con un avanzo commerciale di 4,18 miliardi di Euro (era 3,83 miliardi nel 2022). L’export verso i Paesi extra UE è di 6,86 miliardi di Euro (-1,9%) e produce un saldo positivo di 1,48 miliardi di Euro (2,49 miliardi nel 2022).
La classifica dell'export per Paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 5,2 miliardi di Euro (+5,6% la variazione tendenziale) e una quota del 20,5% sul totale; seguono Francia (11,5% di quota), Spagna (7,6%), Polonia (7%), USA (5,9%), UK (5,3%), Turchia (4,2%), Austria (3,6%), il Brasile (3,1%) e Messico (2,9%).
Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 2,33 miliardi di Euro, in calo del 4,5%, con un saldo attivo di 1,72 miliardi di Euro. Il valore dell’export aumenta del 5,9% verso gli USA, del 2,9% verso il Messico e dello 0,2% verso il Canada.
Le esportazioni italiane di componenti verso l'area Mercosur valgono 868 milioni di Euro, in crescita del 2,2% rispetto al 2022, con un saldo positivo per 720 milioni di Euro (era 699 milioni nel 2022).
Il primo mercato asiatico di esportazione è la Cina (nel 2022 era il Giappone) con 291 milioni di Euro (+3,5%) e un saldo negativo di 1,26 milioni. Le esportazioni in Giappone, secondo Paese asiatico di destinazione, ammontano invece a 287 milioni di Euro, in calo tendenziale del 6,2% e con un saldo negativo di 30,7 milioni di Euro; la Cina è anche il quarto Paese di origine delle importazioni italiane in assoluto, dopo le vicine Germania, Polonia e Francia.
La suddivisione dei componenti in macro-classi vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare, nel 2023, il 67,5% del valore dell'export con 11,2 miliardi di Euro (+11,5% rispetto al 2022) e un saldo attivo di 5,94 miliardi di Euro.
Segue l’export dei motori, che vale di 4,07 miliardi di euro (-3,8%) e pesa per il 15,9% sul totale esportato della componentistica con un saldo attivo di 1,24 miliardi di euro. Il comparto dei componenti elettrici ed affini, che risulta in aumento del 3,5% rispetto al 2022, ha un saldo negativo di 639 milioni di euro e pesa per il 9,2%.
Il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli, infine, presenta un valore di export pari a 1,86 milioni di euro (+21,5% sul 2022) con un saldo negativo di 742 milioni di euro e pesa per il 7,4% del totale esportato della componentistica.
Tra i principali prodotti, hanno un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio (+1,83 miliardi di Euro), ponti con differenziale/assiali (+1,33 miliardi), freni (+1,27 miliardi), motori e parti di motore (+1,24 miliardi) e parti ed accessori di carrozzerie (+769 milioni).
[1] Indici ISTAT – Codice Ateco 2007: 29.3
[2] ANFIA su dati del Commercio Estero ISTAT, elaborazione per prodotto (NC8)/Sistema Armonizzato SH. Per “autoveicoli” si intendono le autovetture e i veicoli commerciali leggeri e pesanti.
[3] Fonte: Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui Servizi per la Mobilità 2023