Nei primi nove mesi del 2022, l’import di autoveicoli nuovi in valore verso l’Italia risulta in calo (-3,1% rispetto allo stesso periodo del 2021), a causa del marcato calo nel comparto dei veicoli industriali, che registrano una flessione del 29,7%. Cambio di trend, invece, nel comparto delle autovetture, che mostra finalmente un segno positivo (+1,7%). L’export in valore risulta in aumento rispetto a quello del periodo gennaio-settembre 2021, +7,4%, grazie soprattutto alle autovetture esportate (+9,4%); anche il valore dei veicoli industriali è in aumento, ma in lieve misura (+2,2%). Il saldo è negativo (oltre i 6,5 miliardi di euro) per le autovetture, ma positivo per i veicoli industriali (+1,4 miliardi di euro).
Mentre l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da paesi europei (il 91,7% del valore totale importato), l’export con destinazione Europa rappresenta, nel cumulato del 2022, il 60,7% del totale. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di destinazione extra europeo (18,6%), seguiti da Cina (5,9%) e Giappone (4,0%).
Per quanto riguarda il comparto della componentistica, nel periodo analizzato, crescono sia l’import che l’export (rispettivamente +13,0% e +4,7%), con un saldo positivo di 3,684 miliardi di euro (era di 4,477 miliardi nel periodo gennaio-settembre 2021). L’Europa rappresenta il 75% del valore dell’import ed il 76,7% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 18,3% di parti e componenti (in valore), mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America: 10,6% del totale.
Autoveicoli nuovi e componenti, insieme, generano, da inizio anno, importazioni pari al 6,5% dell’import totale dell’industria (8,2% se considerata al netto dell’energia) ed il 6,6% dell’export (6,9% al netto dell’energia).