Nei primi sette mesi del 2022, l’import di autoveicoli nuovi in valore verso l’Italia risulta in calo (-10,7% rispetto allo stesso periodo del 2021), a causa del calo delle importazioni di nuove autovetture (-7,1%) e del più marcato calo nel comparto dei veicoli industriali, che registrano una flessione del 32%. L’export in valore risulta in aumento rispetto a quello del periodo gennaio-luglio 2021, +4%, grazie alle autovetture esportate (+5,5%); mentre i veicoli industriali rimangono sostanzialmente stabili (+0,1%). Il saldo è negativo (oltre i 4,7 miliardi di euro) per le autovetture, ma positivo per i veicoli industriali (+1,2 miliardo di euro).
Mentre l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da paesi europei (il 92% del valore totale importato), l’export con destinazione Europa rappresenta, nel cumulato del 2022, il 61,2% del totale. Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato di destinazione extra europeo (18,9%), seguiti da Cina (5,1%) e Giappone (4,2%).
Per quanto riguarda il comparto della componentistica, nel periodo analizzato, crescono sia l’import che l’export (rispettivamente +8,9% e +3,9%), con un saldo positivo di 3,148 miliardi di euro (era di oltre 3,5 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2021). L’Europa rappresenta il 76,5% del valore dell’import ed il 76,8% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 17,9% di parti e componenti (in valore), mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America: 10,5% del totale.
Autoveicoli nuovi e componenti, insieme, generano, da inizio anno, importazioni pari al 6,8% dell’import totale dell’industria (7,1% se considerata al netto dell’energia) ed il 6,4% dell’export (8,1% al netto dell’energia).